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Esempio di tradizionale Kintsugi giapponese

La crisi Covid-19 sta avendo un impatto sul lavoro e sulle persone sia a breve che a lungo termine. Le aziende hanno dovuto rispondere tempestivamente all’emergenza sanitaria in corso, con sistemi per il lavoro agile, turni, smaltimento ferie e cassa integrazione. Il prolificare dei contagi ha reso necessario il ricorso improvviso alle nuove tecnologie, con un conseguente disorientamento dei lavoratori.

Evidenzia fragilità personali ed economiche e necessita di nuovi equilibri: da una parte le persone hanno esigenze nuove e necessitano del supporto delle imprese, dall’altra le aziende devono mostrarsi vicine ai propri collaboratori ed essere in grado di sostenere cambiamenti che continueranno a impattare sulle imprese nel prossimo futuro.

Molte organizzazioni si sono già mosse rinforzando le misure di welfare a favore dei dipendenti: un efficace programma di welfare aziendale, infatti, soddisfa i bisogni dei lavoratori e offre un ritorno, non solo in termini di agevolazioni economiche, ma anche di coinvolgimento ed engagement delle persone con l’azienda. Affrontiamo l’argomento con 3 parole chiave: Riorganizzazione, Personalizzazione, Equilibrio.

 

1) Riorganizzazione

Gran parte delle imprese ha già rafforzato le misure di welfare aziendale per coprire i bisogni più urgenti delle persone: supporto psicologico e pedagogico, lezioni online per i figli, sostegno ai care givers e ai famigliari anziani isolati. Il welfare aziendale si è rivelato un elemento chiave del rapporto tra persone e azienda, in grado di fornire il supporto necessario in questo periodo di cambiamento. Alcuni esempi?

Sono stati previsti aumenti salariali e ticket mensili straordinari di centinaia di euro per le spese di baby-sitting. Per ragioni di sicurezza molte filiere hanno dovuto rallentare la linea di produzione, stringendo sugli orari di lavoro e, di conseguenza, sulla retribuzione. Alcune imprese hanno promosso un “principio di solidarietà” simbolico verso gli altri dipendenti per cui il management aziendale può, su base volontaria, decurtarsi lo stipendio fino al termine dell’emergenza. Molte organizzazioni alla ricerca di ulteriori coperture assicurative per i dipendenti hanno sottoscritto polizze sanitarie finalizzate a tutelare i lavoratori in caso contraggano il virus Covid-19. Tra gli interventi di assistenza si va dalla richiesta di una collaboratrice familiare, a un servizio di baby-sitting, alla consegna della spesa a domicilio fino a un servizio di pet-sitting. Una vera e propria rivoluzione. Perché i cambiamenti più significativi riguardano la natura stessa del welfare, che sarà sempre meno uno strumento di mero supporto economico per chi ne usufruirà, si punta sul people caring, garantendo un sostegno diretto ai cosiddetti caregiver, cioè a quei dipendenti costretti ai salti mortali per assicurare assistenza e cure dignitose ai familiari in difficoltà.

Come lo stanno facendo le Aziende? Stringendo accordi con i servizi sanitari e socio-assistenziali di un particolare territorio, arruolando consulenti e creando una rete di partner e strutture certificate, ma anche acquisendo i servizi che i dipendenti potranno sfruttare più agevolmente, e a seconda delle esigenze.

Ne è un esempio il progetto RELIEF che molte nostre aziende clienti stanno implementando a supporto dei loro programmi di Welfare: un Pronto Soccorso Psicologico, sia un luogo fisico che un insieme di servizi di intervento pratico rapidi e accessibili direttamente in azienda e dedicati alla gestione delle emergenze emotive individuali di tutti i giorni.

Il progetto parte dal presupposto che il welfare aziendale costituisca un’opportunità semplice, accessibile, leggero, veloce, pratico, efficiente, efficace per:

  • Intervenire in tempo reale e in modo realistico sull’esigenza di benessere delle persone.
  • Puntare al sollievo rapido attraverso gli strumenti più evoluti, integrati ed evidence based che la scienza permetta in questo momento.
  • Dissociare il concetto di intervento psicologico dall’idea di “follia” e affiancarlo invece alla gestione emotiva degli eventi di vita quotidiani, più o meno gravi.
  • Stare meglio in poco tempo, imparando che si può sempre intervenire attivamente sulle proprie condizioni interne.
  • Differenziare l’idea sanitaria del “guarire” dal concetto più gratificante e umano di “stare bene”

 

2) Personalizzazione

I programmi di welfare aziendale andrebbero adeguati alla sovvenzione dei servizi prioritari per la popolazione aziendale, con particolare attenzione agli ambiti della salute, famiglia, scuola, anziani, disabili e cultura. L’equità dell’offerta dovrebbe essere garantita da set di servizi diversificati in base ai bisogni delle persone. Risulta inoltre fondamentale offrire online ai collaboratori un’adeguata formazione sull’utilizzo dei programmi di welfare aziendale ed una guida per individuare le soluzioni più idonee, valutando anche le misure di welfare territoriale.

Quali sono le aree verso le quali riorientare la spesa del Welfare aziendale?

  • disbrigo di pratiche e commissioni e per la prevenzione medica;
  • supporto psicologico online per la persona e i suoi familiari e supporto ai genitori;
  • cura dei figli e gestione dei problemi legati alla scuola (aiuto nella ricerca della babysitter, lezioni scolastiche online, ripetizioni, orientamento scolastico, supporto pedagogico e pediatrico);
  • cultura: con corsi di lingua, formazione digitale e biblioteche online;
  • salute e benessere, con consulti medici in video-call, trainer e nutrizionista;
  • sostegno per i familiari anziani (auto-sufficienti e non), con servizi di consulenza online ai care givers, tutor per la presa in carico diretta del familiare, disbrigo attività domestiche, infermeria/fisioterapia a domicilio, supporto tramite le reti di servizi sociali sul territorio.

 

3) Equilibrio (inside-out)

Ben compreso che il focus va riposto nella sfera emotiva, ovvero il benessere psico-fisico dei lavoratori, il modo per attivarlo vede un equilibrio tra Welfare e CSR.

Inside
Molte aziende, consapevoli delle necessità di avere lavoratori sereni, soddisfatti e motivati, stanno implementando iniziative volte a garantire un vero work-life balance, o meglio politiche di wellbeing “puro”, comprendendo che oggi, individuare una efficace politica di welfare, significa prima di tutto garantirsi un livello di soddisfazione/motivazione dei propri dipendenti.

Out
C’è poi da registrare una maggiore inclinazione verso i temi della corporate social responsibility. Nel senso che il welfare sarà sempre più orientato a produrre degli effetti non soltanto sui collaboratori e sulle loro famiglie, ma anche sui territori in cui questi vivono. Pensiamo agli asili, alle cliniche per anziani, alle strutture riabilitative. Le aziende stringono accordi con centri convenzionati e riservano una quota dei posti disponibili alla collettività. Un’attenzione che promette di fare la differenza, quando parliamo di corporate identity.

 

Considerazioni finali

Una cosa è certa, il welfare riemerso dalle ceneri del coronavirus somiglierà sempre meno a quello cui eravamo abituati perché cambia la platea e pertanto vanno studiate nuove strategie e processi per la sua realizzazione. La nostra Fenice sarà una risorsa essenziale, in aggiunta a quello statale e consentirà di recuperare quel rapporto di fiducia tra azienda e dipendenti che l’emergenza coronavirus – con tutte le sue implicazioni – ha fatto entrare in crisi.

Ogni politica di Welfare Aziendale prenderà forma dall’antica arte giapponese del kintsugi ed in modo lungimirante, sarà in grado di abbracciare il danno e ricomporre quel mosaico straordinario che il Covid-19 si è divertito a disfarci tra le mani.

Miriam Munerato
Miriam Munerato

Dopo avere maturato una solida esperienza in ambito consulenziale in contesti innovativi ed…

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